LIVORNO RIPUDIA LA GUERRA - 23 ottobre - ore 10.00 - Rotonda d'Ardenza
“Io non sono pacifista” usava ripetere Gino Strada “Io sono contro la guerra”.
È con questo spirito che domenica 23 ottobre alle ore 10.00 i livornesi scenderanno in piazza, alla Rotonda d’Ardenza, per dar vita ad una piccola “Marcia della Pace” fino alla Terrazza Mascagni.
Una pace che non basta evocare, appunto, come semplice valore astratto che apparentemente trova tutti d’accordo. La pace è una condizione concreta, un obiettivo che è necessario perseguire ripudiando con forza e determinazione quotidiana il suo contrario, la guerra.
Questo dice, in modo netto e intransigente, l’articolo 11 della nostra Costituzione ed è bene ripeterselo molto chiaramente, mentre camminiamo tutti sull’orlo dell’abisso dell’olocausto nucleare.
Per questo anche i livornesi, cittadini, associazioni, realtà diffuse hanno risposto agli appelli di mobilitazione che si susseguono in questi giorni, trovando finalmente qualche spazio anche sul mainstream.
Il professor Tomaso Montanari, in uno scritto disperatamente lucido, ci ha richiamati tutti alla necessità di “scendere in piazza in massa, ora” perché dopo potrebbe non esserci più tempo.
Giulio Marcon di Sbilanciamoci.info da parte sua ammonisce dal continuare un insulso scontro di tifoserie mentre incombe il rischio nucleare. Ricordando che proprio nel week-end dal 21 al 23 le piazze italiane sono chiamate a rispondere, a mobilitarsi, a uscire da un torpore incomprensibile e intollerabile.
E partendo dall’iniziativa di singoli cittadini, a forza di passa parola, di messaggi chat, di locandine buttate giù da qualche grafico non professionista, Livorno ha deciso di reagire, inventandosi una mattinata finalmente attenta e consapevole non solo verso la minaccia nucleare, ma verso quel mostro orrendo che si chiama Guerra, dovunque sia praticata e per qualunque motivo.
È facile, infatti, spaventarsi quando il conflitto ti scoppia quasi sotto casa, e le nubi radioattive delle cosiddette “armi nucleari tattiche” (più potenti delle bombe sganciate a Hiroshima e Nagasaki, ricorda Francesco Vignarca di Rete Pace Disarmo) possono raggiungere le nostre case.
Più scomodo interrogarsi se non sia QUESTA guerra ma LA GUERRA in sé che dobbiamo sconfiggere, espellere dalla dimensione degli accadimenti umani.
Ci sarebbe da chiedersi, e i livornesi in piazza il 23 ottobre lo faranno, se questa urgenza è la stessa che avvertiamo verso tutte le guerre lontane a cui ormai assistiamo senza mostrare interesse. Magari facendo finta di non sapere che il nostro venerato PIL si fonda anche sulle membra maciullate dei bambini del vicino Oriente, saltate in aria grazie alle nostre pregiate mine antiuomo.
Certo, intanto c’è da disinnescare un conflitto scoppiato quasi nel centro dell’Europa che potrebbe scatenare l’ultima guerra per il genere umano. E davanti a questa minaccia poco avrebbe senso disquisire se la guerra in Ucraina sia davvero esplosa il 24 febbraio oppure risalga ad azioni e dinamiche ancora precedenti, come lo stesso Papa Francesco sembra affermare.
Quale che sia la dinamica, serve intanto un cessate il fuoco, qui ed ora, senza se e senza ma. Perché è l’unica risposta all’escalation e perché il 60% degli italiani semplicemente lo vuole.
Eccoci al punto, il volere popolare.
La manifestazione di Livorno anche a questo servirà, a reimpossessarsi della facoltà di decidere della propria esistenza, a partire da una minaccia così tremenda.
Non sempre o non da sempre i nostri partiti hanno preso una posizione adeguata rispetto al rischio di escalation. Anzi, più volte hanno favorito il divampare del conflitto nel convincimento (ingenuo o interessato?) che inviare sempre nuove armi avrebbe voluto dire farlo cessare.
È accaduto esattamente il contrario, ma non sembra che se ne voglia ancora tener conto.
Ecco perché alla Rotonda di Ardenza i partiti politici non sono stati invitati. Non è il tempo di intestarsi una manifestazione popolare, organizzata dalle formazioni civiche, simulando una sensibilità pacifista posticcia.
Ci sarà invece Emergency, da sempre impegnata a portare soccorso nei teatri di guerra di tutto il mondo, in azioni che sono davvero – quelle sì – missioni di pace.
Ci saranno Libera, ANPPIA, Arcigay, Associazione Culturale Livorno Palestina, Mezza Luna Rossa Curda e tante altre realtà che lottano contro le violenze, le discriminazioni e le prevaricazioni delle piccole e grandi guerre che ci circondano, spesso silenziose o dimenticate.
E ci sarà ANPI, perché una mattina ci siamo svegliati e abbiamo trovato l’invasore.
Che non è solo Putin o gli altri personaggi analoghi che si muovono sul fronte Nato, ma la Guerra in sé e tutti coloro che ci lucrano, sempre e comunque sulla pelle della popolazione civile.
Sarà una bellissima giornata di risveglio, sul lungomare di Livorno
"Comitato
Livorno contro la guerra"
livornocontrolaguerra@gmail.com
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